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martedì 24 gennaio 2012

Diciamo NO all'abolizione del valore legale del titolo di studio!

Pare che il governo sia in procinto di varare una norma che cancellerebbe, di fatto, il valore legale del titolo di studio (e in particolare della Laurea): nell'intenzione dell'esecutivo, l'attenzione non dovrebbe essere posta tanto sul voto quanto sul prestigio dell'Università di provenienza. Un laureato della Sapienza, quindi, riceverebbe nei concorsi un trattamento di favore rispetto a un laureato dell'ateneo messinese, ad esempio. Appare superfluo sottolineare che ci perderebbe di più sono gli studenti dell'Università degli Studi di Palermo, ateneo il quale è costantemente agli ultimi posti nelle classifiche di merito.

La creazione di questo nuovo sistema di valutazione del valore specifico dei diplomi di laurea basata sulla qualità, la serietà e il prestigio accademico dell’università che lo ha rilasciato avrà tre conseguenze fondamentali, una più nefasta dell'altra: 1) Incrementare l'etnocentrismo nordico delle università italiane, già molto spiccato; 2) Dare un'ulteriore legittimazione ai metodi d'assunzione privati rispetto a quelli pubblici; 3) Incoraggiare l'emigrazione di moltissimi ragazzi dal Sud al Nord.

Tale notizie non è ancora stata confermata ufficialmente, ma pare che il governo Monti ci stia pensando. Certo, le parole incresciose pronunciate oggi dal viceministro Martone ("chi a 28 anni non ha conseguito la laurea è uno sfigato") non rappresentano un buon segno....

Noi esprimiamo netta contrarietà a questa ventilata contro-riforma illiberale e preannunciamo lotta dura contro ogni tentativo di sminuire il valore legale del titolo di studio, che rappresenta il coronamento di studi, sforzi e sacrifici di un'intera generazione di studenti i quali, soventamente, hanno dovuto superare difficoltà economiche e sociali non indifferenti!

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